Il disco suonava la stessa canzone, un lento, troppo lento, in cui le immagini del presente stridevano con quelle del passato. Dal cielo "azzurro" sopra Berlino a distanza di quattro si è passati per l'Italia di Marcello Lippi al "fango" dell'umiliante eliminazione al termine di un girone eliminatorio disastroso con l'aggravante - con tutto il rispetto per Paraguay, Slovacchia e Nuova Zelanda - di non avere avversarie di elevatissima levatura.
Si ferma l'Italia sportiva per seguire una squadra schierata per la terza volta consecutiva con poca razionalità ed in cui si fatica a comprendere perchè ci si ostini a proporre interpreti ed assetti tattici tra loro inconciliabili. Chiudere il Girone C da fanalino di coda con due punti è l'eclissi di un ciclo, ma al contempo l'ennesimo avvertimento alle squadre del nostro torneo ad invertire la rotta.
Questo tema, però, risulta ancor più secondario di fronte all'aspetto delle qualità tecniche, del poco cuore e dell'orribilante prova fornita dagli azzurri contro la Slovacchia per almeno settanta minuti di una gara che si chiude per 3-2 per Hamsik e compagni.
La selezione di Weiss sovrasta gli azzurri sin dalle prime battute con un pressing alto e tanto dinamismo, mentre gli azzurri s'incartano ben presto in situazioni dall'evidente approssimazione in una crescente confusione mentale da cui scaturisce la prima rete di Vittek innescato da un folle passaggio errato di DeRossi al limite dell'area.
Lippi all'intervallo getta nella mischia Quagliarella e Maggio rispettivamente per Gattuso e Criscito, e visto i timidi segnali è costretto a forzare il rientro di Pirlo che rileva Montolivo e mentre si annotano finalmente le prime occasioni azzurre con DiNatale e Quagliarella (salvataggio sulla linea di Skrtel). La Slovacchia però non molla e raddoppia con Vittek che prende un metro a Chiellini e sul primo palo gira alle spalle di Marchetti un corner basso da destra.
Il doppio svantaggio sembra aver definitivamente compromesso la gara, ma c'è la reazione degli azzurri che accorciano le distanze con un tap in di DiNatale dopo che una conclusione di Quagliarella era stata respinta dal portiere. Poi il duo a parti invertite confenziona un gol che è annullato per un millimetrico fuorigioco.
L'Italia nonostante tutto vede possibile il traguardo, poichè è sufficente un pari per centrare il passaggio del turno: un pò come successe agli azzurri di Bearzot ne 1982 in Spagna. Purtroppo, i limiti difensivi riemergono prepotentemente e addirittura da una rimessa laterale sulla trequarti nasce il gol del 3-1 con il neoentrato Kopunek che si presenta davanti al portiere aprofittando di una madornale "bambola" dei centrali azzurri.
Non è finita qui: Quagliarella inventa il gol della speranza con un tiro dal limite sotto la traversa, ne segue un finale di assedio con Pepe che fallisce anche il possibile 3-3. L'Italia abdica con disonore profondo ed un trauma profonda negli inevitabili processi. Toccherà, come già annunciato da tempo, a Cesare Prandelli rimettere insieme i cocci di un così fragoroso crack.
Nell'altro match del girone Paraguay e Nuova Zelanda si annullano in uno 0-0 dalle occasioni mancate per entrambe che promuove i sudamericani quale prima forza del girone davanti alla Slovacchia. Basta il dato degli "all white", selezione semi-professionista, alla sua seconda storica partecipazione dopo quella del 1982 (tre sconfitte in altrettante gare), chiude con tre punti ed appena un gol all'attivo.
Nel girone E, l'Olanda blinda la sua prima posizione battendo per 2-1 il Camerun. Oranje padroni del campo con il loro gioco brioso palla a terra, anche se di tanto in tanto la tecnica e la corsa degli africani ha creato qualche difficoltà. Vantaggio nel primo tempo con Van Persie, replica dei leoni indomabili in avvio di ripresa con Eto'o che trasforma un rigore per un mani di Van der Vaart. Sigillo del successo del milanista Huntelaar con un tap in su una conclusione di giro del rientrante Arjen Robben. Una gran bella Olanda, ed il peccato di non esser l'Italia a sfidarla è forte.
Nell'altro match del girone si assegnava il secondo posto nella sfida tra Danimarca e Giappone che si apre con un illusorio predominio degli scandinavi. Poi i nipponici di mister Okada si dimostrano specialisti delle punizioni con Keisuke Honda (colpe evidenti dell'incerto Sorensen) ed Endo che in un quarto d'0ra indirizzano il match, con quest'ultimo ancora vicino alla rete su piazzato nella ripresa. Nel finale un sussulto dell'ex milanista Jon Dahl Tomasson sembra poter riaprire la sfida, ma subito dopo Honda serve un assist al bacio al neo-entrato Okazaki per il 3-1 che qualifica il Giappone agli ottavi come nell'edizione del 2002.
SLOVACCHIA-ITALIA 3-2
Slovacchia (4-2-3-1): Mucha; Pekarik, Skrtel, Durica, Zabavnik; Strba (42' st Kopunek), Kucka; Vittek, Hamsik, Stoch; Jendrisek. A disp.: Pernis, Kuciak, Pekarik, Cech, V. Weiss, Sapara, Holosko, Jakubko, Sestak, Kucka, Salata. All.: Weiss
Italia (4-3-3): Marchetti; Zambrotta, Cannavaro, Chiellini, Criscito (1' st Maggio); Montolivo (11' st Pirlo), De Rossi, Gattuso (1' st Quagliarella); Pepe, Iaquinta, Di Natale. A disp.: De Sanctis, Maggio, Gilardino, Bocchetti, Marchisio, Camoranesi, Palombo, Quagliarella, Pazzini, Pirlo, Bonucci. All.: Lippi
Arbitro: Webb (ING)
Marcatori: 24' e 28' st Vittek, 44' st Kopunek (S), 35' st Di Natale, 47' st Quagliarella (I)
Ammoniti: Strba, Vittek, Pekarik, Mucha (S), Cannavaro, Chiellini, Pepe, Quagliarella (I)
PARAGUAY-NUOVA ZELANDA 0-0
Paraguay (4-3-3): Villar; Caniza, J. C. Caceres, Da Silva, Morel; Vera, V. Caceres, Riveros; Santa Cruz, Cardozo (21'st, Barrios), Valdez (21'st, Benitez). A disposizione: D. Barreto, Bonet, Bobadilla, Veron, Alcaraz, Torres, E. Barreto, Ortigoza, Santana, Gamarra. All.: Martino.
Nuova Zelanda (3-4-3): Paston; Reid, Nelsen, Smith; Vicelich, Bertos, Elliott, Lochhead; Fallon, Smeltz, Killen (34'st, Brockie). A disposizione: Moss, Bannatyne, Sigmund, Boyens, Brown, Barron, McGlinchey, Clapham, Mulligan, Christie, Wood. All.: Herbert.
Arbitro: Nishimura (Giappone)
Ammoniti: V. Caceres (P), Santa Cruz (P), Nelsen (N).
CAMERUN-OLANDA 1-2
Camerun (4-4-2): Souleymanou; Geremi, Mbia, Nkoulou (28' st R. Song), Assou-Ekotto; Makoun, Chedjou, Nguemo, Bong (11'st Aboubakar); Eto'o, Choupo-Moting (27' st Idrissou). A disposizione: Ndy, Bassong, Song, , Emana, Webo, Matip. All.: Le Guen
Olanda (4-2-3-1): Stekelenburg; Boulahrouz, Heitinga, Mathijsen, Van Bronckhorst; Van Bommel, De Jong; Kuyt (21' st Elia), Sneijder, Van der Vaart (28' st Robben); Van Persie (14' st Huntelaar). A disposizione: Vorm, Boschker, Van der Wiel, Ooijer, Braafheid, Demy, Schaars, Afellay, Babel. All.: Van Maarwijk.
Arbitro: Pozo (Cile)
Marcatori: 35' pt Van Persie (O); 65' rig. Eto'o (C); 83' Huntelaar (O);
Ammoniti: Kuyt (O); Nkoulou (C); Van der Vaart (O); Van Bronckhorst (O);
Espulsi: nessuno
DANIMARCA-GIAPPONE 1-3
Danimarca (4-4-2): Sorensen; Jacobsen, Kroldrup (11' Larsen), Agger, S. Poulsen; Rommedahl, C. Poulsen, Jorgensen (34' J. Poulsen), Kahlenberg (19' Eriksen); Tomasson, Bendtner. A disposizione: Andersen, Christiansen, Mtiliga, Kvist, Jensen, Gronkjaer, Enevoldsen, Beckmann. All.: Olsen.
Giappone (4-3-3): Kawashima; Komano, Nakazawa, Tanaka, Nagatomo; Abe, Hasebe, Endo (46' st Inamoto); Honda, Okubo, Matsui (31' Okazaki). A disposizione: Narazaki, Kawaguchi, Uchida, Iwamasa, Konno, S. Nakamura, K. Nakamura, Tamada, Yano, Morimoto. All.: Okada.
Arbitro: Damon (Sudafrica)
Marcatori: 17' Honda (G), 30' Endo (G), 38' st Tomasson (D), 42' st Okazaki (G)
Ammoniti: Kroldrup, C. Poulsen, Bendtner (D); Endo, Nagatomo (G)
Espulsi: nessuno
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