Prima di parlare delle finali, è doveroso ricordare quel che successe 19 anni addietro: era il 27 aprile del 1993 quando la nazionale dello Zambia era in viaggio su un aereo dell'esercito (un De Havilland C5 Buffalo di fabbricazione canadese) da Lusaka verso Dakar in Senegal per giocare un match di qualificazione alla World Cup di USA 1994. Un viaggio infinito che si concluse con l'inabissamento del veicolo e la morte delle 30 persone a bordo tra cui i 18 calciatori della nazionale, poi tecnici, dirigenti e personale di bordo.
L'aereoplano dopo uno primo scalo a Brazeville in Congo era ripartito da Libreville alla volta di Abidjan in Costa d'Avorio, ma s'inabissò nelle acque antistanti proprio la capitale del Gabon in Oceano Atlantico. Oggi quella squadra indimenticabile di cui era parte il "mito" Kalusha Bwalya ed altri calciatori impegnati all'estero che si salvarano poichè avevano raggiunto Dakar dall'Europa.
La vita, lo sport, la storia avevano un debito con lo Zambia, la cui "rinascita" sportiva non poteva non passare dal ricordo dei propri "fratelli maggiori" scomparsi ed omaggiati fuori e dentro il campo da questo storico successo giunto proprio a Libreville ed al cospetto della Costa d'Avorio.
Il fatto che tutti questi fattori di natura emotiva si siano rincorsi lungo questa manifestazione della Coppa d'Africa ci appaiano non casuali per comprendere il destino sportivo di una finale conclusa a reti inviolate dopo i supplementari. Poi i rigori: tutti a segno da ambo le parti per le prime quattordici conclusioni, poi l'errore dello zambiano Kalaba a cui segue però l'errore del più esperto Kolo Toure, la trasformazione di Sunzu ed il nuovo errore di Gervinho. Ed il trionfo tra le lacrime dei calciatori dello Zambia del tecnico francese Renard.
Nella finale di consolazione per il terzo posto, delude ancora il Ghana che lascia il terzo gradino del podio al Mali che s'impone per 2-0 con una doppietta di Cheick Tidiane Diabaté.
Finale 3° posto Malabo, 11/2, Ghana-Mali 0-2 (Diabaté 23 e 80)
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