I "Crest" dei team della MLS

I "Crest" dei team della MLS
Gli stemmi delle 19 compagini MLS anche per la stagione 2014

MLS Blog Italia: Proviamo a ripartire!

Cari amici lettori del blog "Major League Soccer Italia",

il 2013 è stato per chi scrive un anno durissimo da affrontare e ciò ha dovuto imporre uno stop all'attività di questa pagina sul soccer nord-americano.

Come vi avevo scritto lo scorso ottobre, la volontà del sottoscritto era di riprendere le pubblicazioni e gli aggiornamenti.

Ora, è il momento di riprovarci! Cambierò gradualmente qualcosa a livello grafico e non solo e proveremo anche a recuperare anche parte del regresso.

Le porte per collaborazioni e suggerimenti, come sempre, sono sempre aperte alle Vostre email.

Un abbraccio "virtuale" a voi tutti che spero di ritrovare ancora al mio fianco in questa passione per il mondo del calcio, soccer come dicono, in Nord America.


Giuseppe


domenica 3 gennaio 2010

Shue, prima "star" dei Galaxy

Era il 17 ottobre del 1995, quando al Palladium di New York, il deus ex machina dell’organizzazione dei mondiali del 1994 Alan Rothenberg ufficializzava i nomi e le divise dei dieci team della nascente Major League Soccer, e tra cui spiccava il suggestivo nome dei Los Angeles Galaxy.
Fascino, richiamo e suggestione sono chiare componenti nel nome prescelto, che allude alle “star” hollywoodiane ed al suo interno, come per i Lakers, ritroviamo il richiamo delle iniziali della città degli angeli.Uno dei primi atti della neonata Mls fu l’assegnazione di quattro elementi per ogni team; ai Galaxy eccezionalmente ne furono riconosciuti cinque: gli americani Cobi Jones e Dan Calichman, il salvadoregno Mauricio Cienfuegos, l’ecuadoregno Eduardo Hurtado ed il messicano Jorge Campos.
Allo scopo di promuovere il soccer a livello mediatico al team viene aggregata una “guest star” d’eccezione: Andrew Shue, già uno dei testimonial più rappresentativi di Usa ‘94. Possibile che non ricordiate chi sia Andrew Shue? Si, parliamo dell’attore che interpretava Billy Campbell nella seguitissima serie tv Melrose Place, nonché fratellino della più famosa Elizabeth Shue.



Precisiamo alcune cose: Shue, classe 1967, non s’improvvisa calciatore per l’occasione. L’attore nativo di Wilmington in Delaware, infatti, pratica questo sport sin da ragazzo, distinguendosi prima con le formazioni della Columbia High School e successivamente nei tornei universitari durante 1a permanenza al Dartmouth College (1986-1989).


Contemporaneamente studia letteratura inglese e recitazione, debuttando in piccoli ruoli in film in cui è protagonista la sorella come Karate Kid o Cocktail, ed in Crazy for you. La passione per il calcio è così forte che approfitta di un periodo di studio in Scozia per allenarsi con la formazione dei Queen’s Park di Glasgow (da non confondere con gli omologhi londinesi, oggi di proprietà di Briatore). Successivamente al conseguimento della laurea compie un viaggio umanitario in Zimbabwe, e viene tesserato dai Bulawayo Highlanders (1990-91), nelle cui fila diviene il primo calciatore bianco e nelle cui fila centra il double campionato-coppa.

Apriamo una piccola parentesi che riguarda gli Highlanders, curiosità nella curiosità: qualche anno più tardi si avvarranno dei servigi di un secondo americano, il portiere Ethan Zohn. Zohn, classe 1973, ha giocato in patria al Vassar College, poi professionalmente con gli Hawaii Tsunami ed i Cape Code Crusaders, ed è divenuto famoso per aver vinto la terza edizione del reality “Survivor”. Oggi Zohn è un affermato giornalista ed opinionista di calcio per la Metro Sport Soccer e per la Fox, ed è impegnato a livello umanitario per la lotta all’Aids.

La svolta nella vita di Andrew Shue arriva al ritorno dall’esperienza in Africa, quando ottiene da Aaron Spelling la parte di Billy in Melrose Place, serial spin-off di Beverly Hills (nella foto il cast iniziale) che lo vedrà protagonista dal 1992 al 1998. Nel serial Shue riesce marginalmente ad evidenziare la sua passione per il calcio: mettendo in mostra palloni e indossando t-shirt di formazioni calcistiche.



Nel 1996 nasce finalmente il nuovo campionato professionistico statunitense che però oltre al gioco sui campi ha bisogno di testimonial e personaggi in grado di richiamare pubblico ed appassionare. Shue si presta ben volentieri alla causa del “soccer”, ciò compatibilmente con i suoi impegni sui set, sia nel ruolo di calciatore che di opinionista.

I Los Angeles Galaxy sin dall’avvio di stagione si dimostrano una delle migliori formazioni del torneo con un gioco frizzante ma concreto. In panchina siede Lothar Osiander, già ct della nazionale olimpica americana a Barcellona nel 1992, e l’immenso “Rose Bowl” s’infiamma per l’estro di Cienfuegos e Jones, per i gol del “tanque” Hurtado. E poi come dimenticare la “variabile” Campos a cui di tanto in tanto è concesso di togliersi i guanti per unirsi alla linea d’attacco.

Una squadra assai solida: due mediani d’interdizione quali Armas e Salcedo, ed un duo di centrali puntuale e veloce composto da capitan Calichman e Robin Fraser.Si dice che la prima volta sia indimenticabile, ed ancora oggi i tifosi dei Galaxy non hanno dimenticato la finale della Mls Cup del 20 ottobre 1996 al Foxboro Stadium di Boston contro i DC United di Bruce Arena, ironia odierno tecnico dei californiani.

Si gioca sotto un diluvio universale, campo ai limiti della praticabilità. Armas nel primo tempo ed Hurtado in avvio di ripresa sembrano aver scritto la storia del primo trofeo, quando incredibilmente sul finire del match Sanneh e Medved riaprono i giochi, si va ai supplementari e dopo pochi minuti arriva l’inzuccata d’oro di Pope ed Harkes e compagni esultano per l’insperata vittoria.

Durante la finale in più occasioni le telecamere scrutarono gli umori delle due panchine, e tra i volti presenti c’era anche quello di Shue, al fianco dello squalificato capitan Calichman. Le statistiche videro Shue totalizzare appena 5 presenze ed un assist, ma il contributo allo sviluppo mediatico del soccer dell’antesignano di Beckham è stato davvero notevole.

Curioso come il nome di Andrew Shue rimarrà negli annali perché scese in campo il 13 aprile nel match di debutto dei Galaxy contro i Metrostars (2-1, e 80.000 spettatori), e il 12 maggio nella prima vittoria esterna sul campo dei San Josè Clash per 1-2.

La passione di Shue per il calcio non si è mai esaurita: nel 2007 è produttore, autore e attore in Gracie (in Italia ribattezzato "Il mio sogno più grande"). Un film di produzione familiare dedicato al fratello scomparso Will ed in cui recita anche la sorella Elizabeth, per la regia del cognato premio Oscar Davis Guggenheim, incentrato su una ragazza che entra nella squadra di calcio scolastica maschile dopo la scomparsa del fratello che di questa era il capitano.
Shue è accreditato anche tra gli attori del film “Goal 3”, basato sulla storia di Santi Munoz, ragazzo messicano di un barrio di Los Angeles.


(Questo articolo è stato pubblicato il 24 aprile 2009 sul sito playitusa.com, qui il link:
http://www.playitusa.com/articolo.php?id=9073)

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