Parafrasando una celebre canzone di Renato Carosone: Tu vuoi fare l'americano? bevi whisky e coca, ma ora devi ballare il sirtaki anzichè il rock n'roll!
Passeranno dal campionato greco i desideri di riscatto di "EJ" Eddie Johnson e del ventenne Freddy Adu, grande talento inespresso del soccer. Entrambi ora dovranno calcare le orme di Zorba il greco, il film che rese celebre Anthony Quinn, e ballare il sirtaki sul rettangolo verde.
Due storie tra loro diverse e per certi versi tanto simili quelle dei due calciatori americani di colore. La prima cosa che ora li accomuna è la destinazione: ovvero l'Aris Salonicco guidato in panchina dall'argentino Hector Cuper, ex tecnico in Italia di Argentina e Parma, e reduce da una fallimentare esperienza da ct della Georgia, quella ex sovietica.
Due parole sul club ellenico: i gialloneri occupano l'attuale quarta posizione nel torneo dopo sedici giornate con 25 punti uno in più dell'Aek, e distaccati di sei lunghezze dai cugini del Paok che occupano la terza piazza, quindi in lotta per strappare una preziosa qualificazione alla prossima Europa League.
Del resto la bacheca del club è da tempo all'asciutto di nuovi allori: l'ultimo fu nel 1970 con la conquista della Coppa Nazionale, mentre tre sono i tornei vinti ma parliamo del 1928, del 1932 ed infine del 1946.
Edward, più semplicemente Eddie Johnson (1984) è un centravanti dal buon fisico (183 cm) e molta agilità, uno dei primi prodotti della Mls con cui debutta giovanissimo nelle fila di Dallas per poi successivamente approdare ai Kansas City Wizards.
Doti tecniche e fisiche discrete, ma apparentemente anche molte fragilità psicologiche per questo ragazzo che soffrì ad esempio il primo rifiuto del suo club alla cessione in Europa. Poi nel 2008 il passaggio al Fulham, ma nelle file del club londinese della Premier non riesce ad emergere e neppure il prestito al Cardiff City in Championship lo aiuta.
In questa stagione era tornato ai Cottagers di Roy Hodgson, ma era costantemente dirottato con la squadra riserve, ciò almeno sino al concretizzarsi del suo passaggio in prestito sino a giugno all'Aris.
Storia molto simile quella di Freddy Adu (1989), mezza punta nativa del Ghana ma cresciuto nel Maryland in una famiglia emigrata negli States. Adu è stato e secondo alcuni lo è ancora oggi il miglior talento prodotto dal soccer.
La sua storia sportiva è precoce, il ragazzo diviene l'icona della Nike per lo sviluppo di questo sport nel Nord America ed appena 14enne approda nella MLS con i DC United nel 2004, partecipando al successo del titolo dei capitolini.
Nella stagione 2007 si trasferisce ai Real Salt Lake, ma la sua permanenza nello Utah è breve poichè il ragazzo in estate è ceduto ai portoghesi del Benfica che ad oggi ne detengono il cartellino.
Dopo una prima positiva stagione a Lisbona (11 presenze e 2 gol in campionato), al Benfica decidono di cederlo in prestito ai francesi del Monaco, qui però il ragazzo gioca poco ed ha rapporti non ottimali con il tecnico brasiliano Ricardo Gomes.
In estate il Benfica lo cede in prestito al Belenenses, terza formazione di Lisbona, sempre nella massima serie lusitana: un fiasco totale con appena quattro scampoli di presenze in un team assai modesto.
La necessità evidente di cambiare aria, tra tanti rumors arriva la sofferta decisione: si accasa all'Aris Salonicco che ne ottiene il prestito anche per la prossima stagione e chissà che la fiducia accordata non siano per l'enfant prodige l'occasione giusta per sbocciare.
Tante sono state le polemiche che dai tempi dei DC lo hanno circondato, e probabilmente distraendolo mentalmente dall'impegno sul campo di gioco e accrescendo la presunzione che il solo talento fosse il dono indispensabile per emergere. A ciò aggiungiamo ha contribuito anche qualche eccesso di protagonismo e popolarità come la storia d'amore con la pop star JoJo.
Ad Hector Cuper il compito di rivitalizzare due talenti che si stavano perdendo, e magari tirarli a lucido per il grande palcoscenico dei mondiali in giugno, se il ct Bob Bradley avesse bisogno di loro.
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