
Il blog qui presente è una recente "creatura" di pochi mesi, e già precedentemente all'interno del sito e del forum di playitusa.com, ebbi modo di raccontare delle vicende del ragazzo italo-spagnolo-americano ai più noto solo per la partecipazione al reality calcistico "Campioni - Il sogno".
Ciò con la simpatia più naturale per un ragazzo, un coetaneo per inciso, che reputavo diverso dalla stragrande componente dei partecipanti a quel reality in cui troppo labile era divenuto il confine del merito sportivo con la scomoda popolarità di un clamore extra calcistico, anche quando Arrieta venne messo ai margini per una naturale "bestemmia" scappata in fascia protetta quando il televoto lo escluse dall'undici titolare del Cervia.
Nessuna ipocrisia, "Campioni" è stato senza dubbio uno dei programmi spazzatura che il nostro palinsesto offre ad iosa tra assattanati di fama, notorietà, e facili divismi. Insomma, più che calciatori si sono formati "tronisti" ed "uomi immagine" per le discoteche con buona pace di tutti.
Christian Arrieta ha preso parte alla prima edizione delle due complessive di quel reality, e la mia simpatia nei suoi confronti nacque spontanea poichè dalla televisione non solo trasparivano qualità superiori alla media ed assai sprecate per un torneo d'Eccellenza, e poi perchè guardarne il viso, i modi così diversi oltre che la sua storia personale lo rendevano ai miei occhi disillusi se non migliore, almeno meno peggio di altri "divi" per cui il pallone costituiva un pretesto all'entrare negli schermi delle nostre case.
Non ci volle molto per comprendere che negli occhi degli addetti ai lavori del mondo del calcio quel reality che aveva messo a nudo anche certi modi di agire dell'ambiente sia valso come una marchiatura indelebile.
Ed allora tra qualche patema e sofferenza per le delusioni patite, questo ragazzo ha fatto la sua borsa ed è partito all'avventura per un nuovo mondo, in cui potersi scrollare di dosso una scomoda etichetta, trovando un piccolo riscatto con i Puerto Rico Islanders, team della vecchia USL-1 che si fece strada due anni addietro sino alle semifinali della Concacaf Champions League. Senza dimenticare che lo scorso anno sia stato eletto

Capita, quindi, di vedere come oggi il servizio a lui dedicato dal giornalista al seguito dell'Inter per Mediaset, ovvero Antonio Bartolomucci. Un servizio ben confezionato nelle immagini, alcuni passaggi un pò incerti nelle parole dell'illustre collega, ed una topica enorme.
Si sà, però, che chiedere ai miei colleghi giornalisti italiani di sapere del "soccer" è eccessivo, e quindi sentire che Philadelphia giochi nella seconda lega (o livello) dei tornei americani anzichè essere l'expansion team neonato dal nulla della MLS in questa stagione risuona alle mie orecchie di maniacale conoscitore un'imperdonabile gaffe.
Pazienza, perdoniamo Bartolomucci e ringraziamolo per l'intervista ad Arrieta, come in passato avremmo ringraziato altri giornalisti che avrebbero acceso un piccolo riflettore di luce temporanea su questo nostra fame di sapere.
Quanto alle parole espresse dal difensore degli Union, ecco, in sostanza ha ribadito concetti ed impressioni personali che condivido sulla MLS e sul soccer, e relativamente alle sue esperienze personali parole pacate e serene di situazioni intuite. Un solo rammarico, in effetti l'avrei, e chissà magari qualcuno dei lettori che lo conoscesse potrebbe segnalarglielo... aspetterei una sua risposta ad una mail che gli inviai tempo addietro tramite Facebook!
Insomma, anche il sottoscritto, piccolo giornalista free-lance di provincia, appassionato di soccer merita una piccola dose di rispetto ed attenzione al pari dei noti ed illustri colleghi più fortunati.
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