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Una vita nel calcio e per il calcio divisa tra l'Inghilterra, l'Italia e gli Stati Uniti. Atleta di grande carattere e forza fisica, centravanti vecchio stampo: protagonista anche di personalità sia dentro che fuori dal terreno di gioco con comportamenti talvolta discussi.
Nato a Carrara nel gennaio del 1947, muove i primi passi calcistici con il team gallese della Swansea City (1964/65), poi il ritorno in Italia con la Massese e poi l'Internapoli. Nel 1969 l'approdo alla Lazio, neopromossa in Serie A. Con il team capitolino scriverà le pagine sportive più importanti della sua carriera italiana, anche grazie alla grande sintonia con il suo grande mentore Tommaso Maestrelli.
L'undici biancoceleste in quegli anni è l'emblema della formazione "ascensore" tra Serie A e Serie B, e con un Chinaglia determinato a migliorarsi e riporta ancora la Lazio a suon di gol al termine del torneo cadetto 1971-72, conquista la maglia azzurra con un esordio con rete alla Bulgaria, e l'anno seguente sfiora un incredibile scudetto, venendo beffata all'ultima giornata.
L'appuntamento è solo rimandato di un anno, il 1973-74,
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Apice di una carriera che subito dopo registra lo storico "vaffa azzurro" in mondovisione di Chinaglia alla panchina al tempo del c.t. Valcareggi dopo una sostituzione durante la sfida con Haiti nei mondiali di Germania 1974, ed a cui seguiranno nuove incomprensioni con il successore Bernardini.
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Nella primavera del 1976 Giorgione spicca il volo verso la "grande mela" e vi continuerà a giocare sino al 1983, vince quattro tornei (1977, 1978, 1980, 1982) e per cinque volte si laurea capocannoniere (1976, 1978, 1980, 1981, 1982): 213 presenze e 198 gol.
Chiusa la parentesi americana, ritorna in Italia ed assume la presidenza della Lazio. Progetti ambiziosi, ma poche risorse e l'idea di creare un asse con il club americano venir meno quando nel 1985 dopo un amichevole tra i due club, i Cosmos chiudono i battenti. Preludio anche all'epilogo della sua esperienza alla guida del sodalizio romano dove cederà la società a Franco Chimenti.
Da quel momento lo vediamo rivestire i ruoli di apprezzato opinionista, ma spesso ritorna in auge con alcune trattative discusse e discutibili che lo accostano a varie società come Foggia, Lanciano, gli ungheresi del Ferencvaros. E tra gli organizzatori commerciali di amichevoli internazionali sul suolo americano.
Poi l'ancora la pagina più amara di una vicenda - nel 2006 - che prevedeva la scalata alla Lazio del presidente Lotito con operazioni finite nella lente d'ingrandimento delle autorità giudiziarie e finanziarie anche per l'implicazione di soggetti e capitali della Camorra, e di frange della tifoseria organizzata.
Da allora Chinaglia che risiede negli USA ed era in possesso anche della cittadinanza, ha abbandonato l'Italia, di fatto divenendo latitante per la giustizia italiana. A mezze parole in tempi recenti e forse troppo tardivamente lo stesso Chinaglia ha ammesso di esser stato manipolato, pur confermando la volontà di non sottomettersi alle autorità italiane.
Dall'ottobre 2010 era tornato a coltivare il sogno di una rinascita dei Cosmos: inserendosi in un board dirigenziale in cui figuravano anche altri ex compagni come Pelè, Carlos Alberto, ma anche il francese Cantona, l'ex manager di Beckham, ex giocatori MLS come Savarese, Chronopoulos, e Cobi Jones.
Un progetto che negli ultimi tempi aveva subito diverse battute d'arresto, e probabilmente influito anch'esso sul malessere cardiaco che ne ha concluso la vita.
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