I "Crest" dei team della MLS

I "Crest" dei team della MLS
Gli stemmi delle 19 compagini MLS anche per la stagione 2014

MLS Blog Italia: Proviamo a ripartire!

Cari amici lettori del blog "Major League Soccer Italia",

il 2013 è stato per chi scrive un anno durissimo da affrontare e ciò ha dovuto imporre uno stop all'attività di questa pagina sul soccer nord-americano.

Come vi avevo scritto lo scorso ottobre, la volontà del sottoscritto era di riprendere le pubblicazioni e gli aggiornamenti.

Ora, è il momento di riprovarci! Cambierò gradualmente qualcosa a livello grafico e non solo e proveremo anche a recuperare anche parte del regresso.

Le porte per collaborazioni e suggerimenti, come sempre, sono sempre aperte alle Vostre email.

Un abbraccio "virtuale" a voi tutti che spero di ritrovare ancora al mio fianco in questa passione per il mondo del calcio, soccer come dicono, in Nord America.


Giuseppe


mercoledì 10 febbraio 2010

MLS link Italia: Un amore non corrisposto (Prima Parte)

Il calcio è uno sport che vive di passione ed entusiasmo, ma che si nutre anche di tradizioni e miti. Per gli americani, però, questo è uno sport nuovo; i giorni gloriosi della Nasl sono lontani ed allora pochissimi dei calciatori erano di formazione e passaporto americano.

Non potendo quindi far uso delle propria storia, negli headquarters della MLS si è pensato che fosse il caso di attingere qua e là da altri paesi, basti pensare ai nomi dei team e ai colori delle maglie. In realtà agli occhi dei dirigenti vi era anche un'altra necessità quella di portare giocatori che nei loro curricula potessero portare un'ampia e variegata esperienza nei tornei europei più seguiti anche tra gli appassionati calciofili degli States.

Primo punto di riferimento calcistico era inevitabile che fosse l'Inghilterra, sia per aspetti legati alla lingua che alla cultura sportiva, ed in subordine inizialmente la Germania che a lungo aveva ospitato parecchi atleti americani.

In grande considerazione inevitabilmente era tenuto anche il calcio italiano: un autentico amore, però, mai troppo corrisposto, alludiamo alla scarsa considerazione offerta dai media italiani ed ancor più dai calciatori stessi poco inclini ad accettare i corteggiamenti provenienti dalla MLS.

Quasi superfluo domandarsi il perchè? Principalmente perchè il calciatore italiano non ha mai amato emigrare all'estero, ed anche quando ha fatto questa scelta con il cuore sognava un pronto rientro nel BelPaese.

Partiamo dal principio, negli ultim mesi del 1995 la Major League Soccer è scatenata nell'allestire i roster dei 1o team che pochi mesi dopo parteciperanno al primo torneo. Gli stessi giocatori americani all'estero diventano dei veri e propri agenti internazionali per proporre e bloccare calciatori-amici.

In Italia, esemplare è stata la vicenda di Alexi Lalas che convinse il compagno di squadra al Padova Giuseppe "Nanu" Galderisi a compiere con lui il salto oltre Atlantico. Ed infatti i due vennero assegnati in tandem ai New England Revolution. L'esperienza a Boston - la prima perchè vi sarà anche una successiva seconda - di Galderisi durerà poche settimane poichè viene scaricato dal tecnico irlandese Stapleton e spedito ai Tampa Bay Mutiny in Florida.

Nella mia memoria riaffiorano le immagini di un collegamento speciale di "Quelli che il calcio..." condotto magistralmente da Fabio Fazio con Paolo Brosio invitato ad un barbecue domenicale in casa Galderisi e con ospiti anche i compagni: Carlos Valderrama, Martin Vasquez ed un giovanissimo Frankie Hejduk.



A New York e nel New Jersey la forte comunità italiana pretendeva dei propri illustri rappresentanti nella squadra dei MetroStars. L'allora general manager Charlie Stillitano (foto dx) mise a segno il grande colpo portando dal Milan Roberto Donadoni dopo che questi con la maglia rossonera aveva vinto l'ennesimo tricolore.


Il dirigente italo-americano nel tempo cercò con costanza di portare altri elementi italiani, dall'appena ritirato Franco Baresi (avrebbero voluto costruirgli attorno il team di Miami), il Roberto Baggio su cui nessuno in Italia sembrava voler puntare, e persino Beppe Bergomi quando lo "zio" venne scaricato dall'Inter del neo tecnico Marcello Lippi. Più recentemente un contratto era stato sottoscritto da uno svincolato Alessandro Costacurta, poi il Milan superò il preliminare di Champions che poi vinse e il difensore venne reintegrato in organico.

Donadoni raggiunse i MetroStars a campionato in corso, e li dovette subito lasciare perchè precettato dal ct Sacchi per gli Europei in Inghilterra, ma quando ritornò in pianta stabile al nuovo team dovette letteralmente prendere per mano la squadra.

Questa era stata inizialmente affidata ad un "oriundo" italiano, il mitico Eddie Firmani. L'ex centravanti nato in Sudafrica per poi calcisticamente trapiantarsi in Inghilterra, prima della chiamata nel paese degli avi era stato scelto quale tecnico del team.

Firmani che ha guidato i mitici Cosmos nella Nasl, però era ormai un tecnico inadatto al calcio di oggi, e la squadra allestita senza precise cognizioni era inguardabile sia tecnicamente che tatticamente, perchè priva nei fatti di Donadoni e Tab Ramos. Firmani sarà esonerato e sostituito con il bravo portoghese Carlos Queiroz che risolleverà il team portandolo a centrare i play-off dove saranno eliminati non senza difficoltà dai futuri campioni dei DC United.

Una scelta di vita, invece, spinse in quell'anno anche un più che onesto difensore italiano, Nicola Caricola a scegliere l'avventura nella MLS. Anche lui ai MetroStars ed ancora oggi il difensore pugliese ex Juventus e Genoa è ricordato per le sue prodezze da emulo di Niccolai, ovvero sfortunate autoreti (http://www.youtube.com/watch?v=J_JpXVZwxYA). In compenso Caricola però ha segnato uno tra i più bei gol nella storia della lega con una conclusione di prima intenzione dalla linea di metà campo.

Nel 1997 Caricola appende gli scarpini al chiodo, e sempre dal Padova - militante ora in B - arriva un Walter Zenga smanioso di nuovi stimoli. Anche per lui la destinazione è Boston, Donadoni invece è ancora nella "grande mela" dove arrivato l'ex ct del Brasile campione Carlos Parreira, e Galderisi al caldo della Florida per poi compiere a metà della stagione il percorso inverso per Boston in un scambio con l'attaccante del Mozambico Ciquinho Conde. Sempre in questa stagione a New York sostiene un provino Alberto Di Chiara, ma poi Parreira decide di puntare sul connazionale Branco (ex Brescia e Genoa).

Il 1998 già non vedrà più attivo nessun italiano, Donadoni è ritornato al Milan, Galderisi ha appeso le scarpe al chiodo e così sembrerebbe anche per Zenga. Se non fosse che il patron dei Revs Robert Kraft richiama sul finire del torneo "l'uomo ragno" per sostituire il deludente Thomas Rongen in panchina.

Zenga è confermato anche per il 1999, con il doppio ruolo di tecnico e giocatore, e con Galderisi quale assistente. L'esperienza dello Zenga tecnico giramondo inizia così: i risultati non arrivano e sul finire della stagione a play-off sfuggiti viene esonerato e sostituito per due gare con lo scozzese Steve Nicol (l'attuale tecnico però dovrà attendere due anni di gestione Clavijo per prendere le redini del team).

Più recentemente ha fatto una fugace apparizione a cavallo di due stagioni l'attaccante esterno Davide Somma ai San Josè Earthquakes. Però qui una precisione è d'obbligo questo ragazzo è nato in SudAfrica ed è poi cresciuto negli Usa, fin quando giovanissimo approdò in Italia al Perugia dei Gaucci dagli spagnoli del Logrones e giocato per lo più nelle serie inferiori italiane.

Qualche contatto in tempi più recenti vi sarebbe stato, il caso più noto è stato quello di Christian Vieri, ma al dunque nulla si formalizzò. Nella seconda puntata guardaremo a quei calciatori stranieri che nelle loro carriere hanno incrociato sia il calcio italiano che la Mls.

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