Un cambio di "look" o un semplice ritocco nel solco della tradizione più dettato da questioni commerciali legato al business indotto per conquistare l'appeal dei fans a casa, ma che è spesso connaturato anche ad esigenze particolari di realizzare un abbigliamento in tessuti più consoni all'ambiente (temperature e clima, nonché tenendo conto degli orari di gioco) del paese ospitante, con un forte impulso alla ricerca di laboratorio per non pesare e possibilmente migliorare le performance anche solo attraverso una maglia o uno scarpino.Come detto precedentemente, però è principalmente tutta una campagna di marketing commerciale dei vari brand che così comodamente entreranno attraverso le immagini per imperitura memoria dentro le nostre casa, e di riflesso un domani condizioneranno le nostre strategie di acquisto.
In genere la prima divisa di gara è oggetto di piccole variazioni stilistiche in rapporto ad una versione consolidata (colletti, bordini, rigature, raffigurazioni ricamate), al contrario seconde e talvolta anche terze maglie risentono maggiormente dell'aspetto più squisitamente commerciale, volendo conquistare l'occhio della platea per le scelte adottate.Nello specifico ben 27 delle 32 nazionali saranno vestite dai marchi principali: 10 dalla Nike, nove dall'Adidas, 8 dalla Puma. Per le restanti cinque scelte di opportunità ed in un solo caso si registra la presenza di un'azienda italiana, la Lotto, che vestirà la Costa Rica. Poi la Joma per l'Honduras, l'Uhlsport per l'Iran, la Marathon per l'Ecuador.
Ed infine la "chicca" di un'azienda addirittura del Qatar, la Burrda che realizza le divise del Belgio, unica rappresentante ad oggi ad aver annunciato tre diverse maglie: la prima fedelmente legata alla tradizione rossa, la seconda nera e la terza gialla.
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