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Il vero snodo per la prossima stagione è innanzitutto comprendere cosa possa succedere tra i due duellanti, North American Soccer League e United Soccer League, e qualcuno timidamente spera che a risolvere la magagna sia ancora la federazione statunitense che metta tutti sotto lo stesso ombrello ancora.
La situazione nelle ultime rischia di essersi ulteriormente ingarbugliata: non è un mistero che la NASL punti al riconoscimento federale quale seconda divisione nazionale con lo scoglio di alcuni paletti non semplici da aggirare al momento (750.000 $ di cauzione, ed un proprietario con una solidità di 20 milioni).
Le ultime mosse dell'USL indirizzate verso la nascita di una lega di terza divisione più competitiva della precedente USL-2, ma pur sempre condizionata dalla scelta di una connotazione marcatamente geografica, rischia di aprire la porta ad un nuovo scenario fin qui non contemplato nelle previsioni di qualche mese addietro ovvero di una rinnovata concorrenza tra le due leghe su modelli regionali.
Andiamo con ordine e ripartiamo dalla situazione dei 12 team partecipanti al torneo 2010 definito D2. L'USL era rappresentata da tre compagini: Portland Timbers, Puerto Rico Islanders, ed Austin Aztex. Ora Portand come noto transiterà in MLS, mentre già sul finire della stagione (9 settembre) la compagine portoricana aveva annunciato un passaggio alla NASL.
Restavano solo i texani di Austin e stante questi fatti sembravano possibili due scenari, autoretrocedersi in USL-2 come fatto l'anno prima dai Charleston Battery o transitare in NASL.
Per certi versi si verificherà il primo scenario, solo che il team ha venduto ad un nuovo gruppo societario (al cui interno comunque rimane la vecchia dirigenza con Rawlins e il legame con lo Stoke City ), l'Orlando City Soccer Club che trasferirà la squadra nella città della Florida e non nasconde il sogno di candidarsi ad una successiva expansion in MLS. Ad affiancare Rawlins anche Brendan Flood (membro del Board degli inglesi del Burnley) e Dan Williams (uomo d'affari di Charlotte).
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La scelta di Rochester pone interrogativi sia sul futuro sportivo del team, se non proprio sulla solidità della Nasl che potrebbe anche impugnare l'autoretrocessione della società dello stato di New York.
Poi vi sono i confermati team della vecchia USL-2: Pittsburgh Riverhounds, Harrisburg City Islanders, Richmond Kickers, Charlotte Eagles e Charleston Battery. Ancora in bilico risulta la posizione dei Real Maryland Monarchs, mentre non si hanno notizie relativamente ai New York FC, più di una semplice ventilata expansion. Quindi 8 team certi, uno in bilico, ed uno improbabile.
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In questo complesso scenario vanno poi inquadrate le manovre messe in cantiere ad inizio 2010 da Marcos ed i suoi per creare una lega/conference nei Caraibi (ne parlammo molti mesi addietro): con un team di Antigua (Antigua Barracuda) e quattro di Porto Rico (due certi River Plate e Sevilla FC, con due ancora in trattativa Indios de Mayaguez e Puerto Rico United).
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Il preventivato ingresso di Atlanta sembra essere sfumato nel silenzio, e quello di San Antonio potrà avvenire solo nel 2012. I nodi più spinosi sono rappresentati dai Minnesota NSC Stars e dai Crystal Palace Baltimore.
I primi hanno una loro struttura sebbene non un vero investitore principale, mentre i secondi hanno chiuso a fatica il torneo e bisogna capire se siano in grado di reperire sufficenti risorse economiche.
Problema questo che aveva toccato per metà della passata stagione anche gli AC St.Louis di Jeff Cooper uno dei fondatori del cartello TOA, e che comunque avrebbero risolto tali difficoltà causate da soci insolventi. Il quinto team certo sarebbe Tampa Bay, ed il sesto i Fort Lauderdale Strikers (ex Miami FC) ed infine il settimo è costituito dai Carolina Railhawks.
Una short list che rischia di offrire un torneo poco competitivo e poco interessante anche sotto l'aspetto mediatico. Quindi prioritario recuperare almeno uno dei due in bilico, e con entrambi saliremmo a nove, con un terzo di team "non americani" e tanti dubbi sulla conformità alle richieste dell'USSF.
Si potrebbe puntare sulla cooptazione dei rinati Cosmos New York, ma qui l'incertezza è sovrana! L'Umbro, detentore del brain, caldeggierebbe questa lega che di fatto è costituito da coloro che si erano opposti attraverso la TOA?
In più va aggiunto che l'intera West Coast risulta dimenticata e l'inserimento anche di un paio di team di quell'area anzichè garantire introiti paradossalmente aumenterebbe i costi per via dei lunghi viaggi.
Inutile nascondere che gli ingressi in MLS di Seattle, ora di Vancouver e Portland, domani di Montreal hanno impoverito economicamente, politicamente e sportivamente questo torneo "cadetto" che più ancora dello scorso anno rischia di trovarsi ad un bivio del suo cammino, e riparare agli eventuali errori di percorso è divenuto sempre più complesso.
Una matassa complessa e che probabilmente necessiterà di un garante super partes per risolvere il tortuoso e delicato pasticcio del soccer made in Usa che nelle sue serie minori dimosta ancora incapacità gestionali e di programmazione. Non ci resta che aspettare l'evolversi delle situazioni.
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