Apparentemente, qualcosa sembra accomunare il calciatore honduregno Amado Guevara al più illustre mito dei giovani "libertari", il comandante Ernesto "Che" Guevara.
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La scelta di Mo Johnston di puntare sul vecchio amico ed ex compagno di squadra Pedrag Radosavljievic per rilanciare i Toronto FC dopo la cocente delusione della mancata qualificazione ai play-off Mls sotto la guida di Chris Cummins (subentrato a John Carver) era chiaro che qualche effetto avrebbe dovuto produrlo.
Non serviva certo un chiarovegente per comprendere come a Toronto la convivenza tra "Preki" ed Amado Guevara sarebbe stata difficile visto il precedente di tre anni addietro ai Chivas Usa.
Cosa era successo nel 2006? I MetroStars, neo ribattezzati Red Bulls, cedono il loro Designated Player Amado Guevara - con cui nell'anno precedente l'ex general manager Alexi Lalas aveva avuto non pochi problemi nonostante il calciatore sia ora anche in possesso di una Green Card che lo equipara ai calciatori americani - ai Chivas Usa sulla cui panchina è appena stato promosso head coach Preki.
Giusto un paio di mesi e l'inferno si sposta in casa Goats, Guevara scende in campo in appena quattro gare con la seconda formazione di Los Angeles e punta i piedi per tornare ad Est. Le voci interne narrano di uno scontro forte con Preki che con una celebre dichiarazione "boccia" Guevara ("I have a vision of where the club is going and he's not part of it"), reo anche di essere stato espulso per una spinta ad un assistente.
I retroscena che hanno minato il loro rapporto futuro sono anche legati ai rifiuti da parte del giocatore a numerose offerte di trasferimento (Toronto, Columbus, Colorado e Dallas) sin quando al giocatore non venne offerto l'opportunità di tornare in patria al Motagua.
Il copione ora si ripete, e l'ora 33enne fantasista decide di lasciare Toronto e ritornare in patria, ancora al Motagua. In verità, pare che in Ontario, abbiano provato anche a far dialogare le parti al fine di tentare una riconciliazione.
Il tutto sembra essere naufragato con il pretesto economico di una riduzione dell'ingaggio del centrocampista honduregno tecnicamente "out of contract" sul rinnovo offerto dalla società a fronte anche della sua partecipazione ai prossimi mondiali in Sud Africa con la selezione dell'Honduras.
Del resto una delle prime mosse di Toronto era stata quella di non prot
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Congiutamente i "reds" canadesi salutano anche il difensore centrale haitiano Lesly Fellinga e l'esterno offensivo argentino Pablo Vitti (in prestito oneroso dall'Independiente dopo una parentesi in Ucraina), le cui opzioni contrattuali non sono state esercitate.
Pochi chilometri più a sud, ma entro i confini americani: proseguono le grandi manovre del nuovo general manager dei New York Red Bulls, il norvegese Erik Soler ancora chiamato a sciogliere il nodo sul futuro tecnico.
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Tra i papabili erano finiti gli illustri nomi di ex ct di Germania e Italia, Juergen Klinssman e Roberto Donadoni, poi quello di Lothar Matthaues
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Un calderone da cui prima o poi sembra destinato ad uscire un nome utile alla causa di una formazione chiamata ad un obbligatorio riscatto dopo il disastro dell'ultima stagione, anche per onorare al meglio il debutto del nuovo stadio, la Red Bulls Arena che sostituirà il sintetico ed enorme Giants Stadium di East Rutherford.
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